Umbria
Alla scoperta dei frutti dimenticati

Santa Maria degli Ancillotti

L'Umbria, terra ricca di storia, tradizioni e paesaggi incontaminati, custodisce un patrimonio agroalimentare di inestimabile valore. Tra le sue colline e vallate, infatti, prosperano alcune varietà di frutti antichi, spesso dimenticati, che raccontano la cultura contadina di un tempo e meritano di essere riscoperti. Questi frutti, coltivati con metodi tradizionali e legati a specifici territori, rappresentano un vero e proprio patrimonio agricolo e culturale, nonché un tesoro di tradizione e biodiversità.
In questo viaggio tra le eccellenze umbre, scopriamo tre frutti antichi: la Pera Monteleone d’Orvieto, la Mela Conventina e la Merangola.


Pera Monteleone d’Orvieto: il gusto della tradizione
La Pera Monteleone d’Orvieto è una varietà storica, tipica dell’area orvietana compresa fra Monteleone d’Orvieto, Castel Giorgio, Castel Viscardo e Allerona, e della limitrofa Alta Tuscia. È conosciuta anche come "Pera Papera" per via del suo peduncolo ricurvo che ricorda il becco di un’oca.
Questa pera si distingue per la sua polpa soda e granulosa e il suo sapore dolce ma con una nota leggermente tannica che la rende perfetta per la cottura.
Per secoli è stata protagonista delle tavole contadine; tradizionalmente veniva cotta in forno o bollita con spezie, miele o vino, diventando un dessert semplice ma ricco di aromi.


Mela Conventina: una mela di carattere
La Mela Conventina è una varietà che è stata riscoperta nell’area di Gubbio e nei territori limitrofi, da dove probabilmente proviene.
Si distingue per la sua straordinaria capacità di conservazione: raccolta in autunno, può essere conservata a lungo in fruttaio, anche fino alla primavera successiva, senza perdere fragranza e consistenza.
La polpa è bianca, croccante e dal sapore acidulo con note aromatiche intense.
La pianta ha anche un grande pregio a livello paesaggistico, arricchendo i territori collinari con il suo aspetto rigoglioso.


Merangola: l’agrume della Valnerina
La Merangola, o Melangola, è un frutto originario dell’antica Mesopotamia, che ha trovato nella zona del Ternano e della Valnerina il suo habitat ideale. Un tempo, la sua pianta non veniva coltivata solo per i frutti, ma anche per decorare parchi e giardini; inoltre, veniva coltivata nei pressi dei frantoi per segnalarne la presenza – era, infatti, considerata il simbolo della "mola dell’olio".
Nonostante il sapore molto amaro, la Merangola era largamente utilizzata in cucina per condire alcuni piatti tradizionali; in particolare, veniva impiegata per insaporire le bruschette, per accompagnare la degustazione dell’olio nuovo e per esaltare il sapore della carne di maiale. Oggi, il suo utilizzo è stato riscoperto nella preparazione di liquori, marmellate e dolci artigianali che valorizzano il suo gusto deciso e caratteristico.

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